In una fase in cui il sistema nervoso del bambino è ancora grezzo, gli interventi troppo ansiosi dei genitori possono sovraccaricare la sua capacità di accogliere e utilizzare gli stimoli. questo può provocare delle coliche......Gli interventi costanti possono anche interferire con le sue modalità di autoconforto e autoconsolazione.......Quando ha bisogno che lo si lasci piangere per un pò e sfogarsi, i genitori, con ogni probabilità, moltiplicheranno invece i tentativi di calmarlo.
La trasformazione del modello familiare da normativo (centrato sul comportamento dei figli, in cui era difficile che i genitori si ponessero molti interrogativi su quali regole porre e su come ottenerne il rispetto), al modello familiare affettivo attuale (centrato sui bisogni dei figli) comporta l’uso della regola per educare il bambino, ma diventa molto più difficile da gestire.
Il rischio è quello di un’educazione viziante, che non aiuta il bambino a crescere ma lo mantiene in una condizione di dipendenza e scarsa autonomia, limitando il suo spirito di iniziativa e la sua sicurezza. Il bambino ha bisogno di un po' di spazio per sé, ha bisogno di tempo per raggiungere da solo ciò che gli serve. Per i genitori può essere difficilissimo accettarlo e trattenersi dall'interferire, perché devono venire a patti con il proprio disagio, oltre che con quello del figlio.
Un groviglio di sentimenti: spesso il genitore si trova a dire di sì alla richiesta del figlio non perché ha valutato che quello che gli chiede il bambino serve alla sua crescita e ad un suo sviluppo armonico e positivo, o almeno non la ostacola, ma perché spesso emergono vissuti tipo “se dico di no”…
… mi sento in colpa (ci sono poco con i figli / compensazione)
… mi sento cattivo (me lo dicono anche: rifiuto d’amore)
… non sopporto vedere che mio figlio ci sta male
… non voglio fargli mancare nulla (compensazione di mie carenze)
… ho bisogno dell’approvazione di mio figlio (sentirsi bravi genitori)
Questo porta però ad una “latitanza” rispetto al proprio ruolo, mentre risulta utile, dopo aver valutato la situazione, dare un’indicazione, assumersi una responsabilità seppure con essa anche il rischio di sbagliare; risulta più utile però la presenza di un genitore con cui confrontarsi (ed eventualmente anche scontrarsi), qualcuno che si pone come una base sicura per lo slancio della crescita.
Un neonato è intimamente legato a voi fin dall'inizio ma per poter crescere ha bisogno che siate sintonizzate sulle sue comunicazioni , ha bisogno di sentirsi compreso e che lo aiutiate a diluire l'intensità delle sue emozioni. Non occorre che siate perfette nell'interpretare e nel soddisfare i suoi bisogni. Un certo grado di disarmonia, se poi viene risolta, contribuisce allo sviluppo. Dire no, nelle sue varie forme, significa stabilire una distanza fra un desiderio e la sua soddisfazione, uno spazio che create, non un limite bensì un'occasione per il dispiegarsi della creatività .
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