giovedì 10 luglio 2014

Il fabbisogno di ferro del bambino, come soddisfarlo

La concentrazione di ferro nel sangue del neonato dipende dal peso alla nascita e moltissimo dalle modalità di taglio del cordone ombellicale. Certamente i bambini tanto più sono prematuri tanto più non avranno accumulato sufficienti quantità di questo elemento.
Nel secondo semestre di vita aumenta il fabbisogno di ferro, i bambini dopo i 7-8 mesi possono realmente andare in carenza di ferro (anche se non è automatico), mentre errata è la convinzione che solo la carne possa fornire il ferro necessario: le fonti vegetali sono innumerevoli, e se accompagnate da vitamina C (es il succo di limone o di arancia, il kiwi, le fragole, i pomodori di varietà acidule) l'assorbimento è ancora migliore. Infine, se insieme ai cibi solidi il bambino continua ad assumere anche latte materno, avrà l'aiuto della transferrina che facilità l'assorbimento del ferro.

DATI della dott.Trevisan nel suo libro "Svezzamento Secondo Natura" Terra Nuova Edizioni:
Nel PRIMO SEMESTRE il fabbisogno di ferro è quantificato in 0,55 mg al giorno, dal latte materno, più il ferro di deposito;
Nel SECONDO SEMESTRE aumenta a 0,75 mg al giorno dal latte materno più il ferro di deposito;
Fino ai 3 anni 7 mg al giorno dagli alimenti; Fino ai 10 anni 10 mg al giorno dagli alimenti.
CONTENUTO DI FERRO, mg per 100 g di prodotto secco:
cacao 13,9 Fagioli 8 Lenticchie 7,5 Germe di grano 6,3 Prezzemolo 6,2 Ceci 6,2 Avena 5,4 Semi di girasole 5,2 Nocciole 4,7 Mandorle pelate 3,7 Spinaci cotti 3,6 Lievito di birra 3,3 Noci 3,1 Miglio 3 Tuorlo d'uovo 2,7 (1 tuorlo 0,5) Albicocch secche 2,7 Pane integrale 2,5
Segnali da valutare: crescita in massa grassa a discapito di quella magra, il bambino perde vivacità, è inappetente, si stanca facilmente, da più grandicello lamenta mal di testa, presenta irritazioni alla mucosa della bocca o agli angoli delle labbra, oppure può manifestarsi una maggiore fragilità delle unghie e dei capelli.
Il pallore, invece, non è sempre un sintomo rivelatore: un test più affidabile è controllare il colorito delle mucose interne delle labbra e, anche, delle palpebre inferiori, che di solito divengono molto chiare. Un’eventuale carenza di ferro può manifestarsi molto precocemente, fin dalle prime settimane di vita del bambino. In particolare, intorno al terzo-quarto mese, il fatto che il ferro scarseggi è fisiologico ed è dovuto alla grande richiesta di questo minerale da parte dell’organismo del piccolo, in rapida crescita. 
Attenzione all’assunzione di latte vaccino pastorizzato, soprattutto prima dei 12 mesi,  potrebbe costituire causa di anemia, sia in quanto di per sé povero di questo minerale, ma anche perché ‘cattura’ il ferro contenuto in altre sostanze e, di conseguenza, ne impedisce l’assorbimento. Inoltre, in alcuni bambini può provocare un’intolleranza, che determina piccolissime perdite di sangue dall’intestino, assolutamente invisibili nelle feci. A lungo andare queste microfuoriuscite provocano uno stato di anemia, di cui è difficile accorgersi. Ecco perché, in genere, si consiglia di evitare la somministrazione di latte vaccino prima del compimento dei dodici mesi. Naturalmente è sufficiente eliminarlo dalla dieta per risolvere il problema, che tende comunque a scomparire spontaneamente dopo il primo anno di età.  
Dopo i dodici mesi, se l’alimentazione del bambino è completa e varia, di solito non si presentano problemi di anemia. 
Se, tuttavia, il piccolo ha la tendenza a nutrirsi ancora con molto latte (magari perché è inappetente e preferisce il biberon a un piatto completo di vari nutrienti), la sua dieta potrebbe avere bisogno di qualche integrazione di ferro.
Come possiamo vedere dai dati sopra riportati anche gli alimenti di origine vegetale forniscono ferro, di tipo "non eme" differentemente dal ferro eme, legato alla emoglobina o alla mioglobina dei prodotti animali (carne e pesce). L'assorbimento del ferro di tipo "non eme" viene favorito dalla contemporanea assunzione di vitmina C (succo di limone appena spremuto). La  % di assorbimento del ferro non eme si aggira attorno al 5% contro il 10% del tipo eme.
Molto importante ricordare che l'assorbimento del ferro viene ridotto dalla presenza di sostanze chelanti (cioè che trattengono minerali) quali ossalati (spinaci e biete) e fitati (crusca non trasformata di cereali e legumi), queste sostanze si legano ai minerali (ferro, zinco e calcio) riducendone così l'assorbimento  nell'ambiente intestinale, a volte impoverendoci altre volte svolgendo la funzione di proteggere il  nostro organismo da sostanze in eccesso o dai metalli pesanti. Tutto ciò che è naturale ha una sua funzione.
Nella cucina naturale vi sono tecniche e metodi di cottura che ci aiutano a ridurre l'acido fitico ed a liberare così i minerali intrappolati:
- l'ammollo;
- la cottura con la coperta;
- la germinazione;
- la lunga lievitazione naturale;
tutte queste modalità producono la demolizione dell'acido fitico che viene così trasformato in inositolo e fosfato inorganico, ovvero sostanze che non hanno più azione chelante. 
Tale demolizionne viene effettuata attraverso l'attivazione dell'enzima fitasi, naturalmente presente nei semi integrali e nelle farine derivate. tale attivazione avviene in presenza di acqua a temperatura bassa. tale attivazione viene altresì inibita dalla immediata cottura dei chicchi in acqua bollente così come in acqua che viene portata velocemente in bollore.
Ricorda sempre che l'azione chelante non è sempre da demonizzare, in natura tutti gli eccessi sono causa di problemi e che l'abbondanza di nutrienti dei buoni cereali integrali porta sempre ad un bilancio positivo! 
Sarà pertanto sufficiente variare l'alimentazione con una attenzione alle verdure ricche in ferro, buoni cereali e semi oleosi per stare alla larga dalle carenze di ferro.

Il valore dei legumi:  si comincia sempre cone le lenticchie rosse decorticate, che sono già senza buccia (è quella la causa degli a volte fastidi intestinali), passando ai piselli spezzati che dopo l'ammollo e l'adeguata cottura possono essere passati con il passaverdura.

Alcune ricerche evidenziano che fino circa agli otto mesi, in un gruppo di bambini allattati esclusivamente al seno non vi erano carenze di ferro. Infatti, il latte materno pur contenendo poco ferro ha però un enzima che permette al bimbo di assorbirlo al 100%, mentre il ferro degli altri alimenti benché più abbondante il bimbo è in grado di assorbirne solo in minima parte.
Dunque è falso che nei primi sei mesi di vita il bimbo vive di scorte di ferro che ha fatto durante la vita intrauterina consumandole completamente, perché invece continua a ricevere ferro anche attraverso il latte.  Dopo gli otto mesi diventa importante iniziare ad integrare il ferro del latte con il ferro da fonti vegetali (importante però evitare i latticini che ne impediscono l'assorbimento e possono causare microemorragie intestinali che ne diminuiscono ulteriormente le scorte). 
Abbiamo già visto come sia sufficiente integrare quotidianamente l'alimentazione del lattante con alimenti ricchi in ferro quali:
  • buoni cereali cereali oppurtunamente trattati come nel caso della Holle o tostati come facevano le nostre nonne per poi ridurli in farina (preferendo inizialmente il miglio, e quando si sarà introdotto il glutine ed il clima sarà mitese fresco l'avena) Ottimo sempre anche l'orzo ed grano sareceno molto ricco in proteine.  
  • Dai sei mesi vanno bene le lenticchie rosse decorticate e piselli secchi spezzati (se sono freschi come in giugno sono da preferire ovviamente) che si possono cuociore finché non si spappolano così come i cereali che sarebbe bene prima però anche tostare in una padella grande (in grosse quantità da conservare in una scatola a chiusura ermetica), come le farine precotte che non è che spnp realmente indispensabili nello svezzamento), dagli otto mesi si possono aggiungere anche gli altri legumi (prima i cannellini poi i ferrosissimi borlotti, in seguito i ceci, avendo sempre l'accortezza di ammollarli bene con semi carminativi, cuocendoli con le alghe e passandoli con il passaverdure per eliminarne le bucce). 
  • Altri alimenti ricchi di ferro sono le frutte secche: in particolare mandorle, noci e nocciole. Le noci meglio tenerle per dopo l'anno. La mandorle e le nocciole possono essere date sia sotto forma di creme (si trovano già pronte nei negozi di alimenti naturali) sia polverizzate nel mixer a massima velocità. Se ne aggiungono uno o due cucchiaini nella pappa o si può fare una merenda mischiandoli con un cucchiaino di malto o dentro uno yogurt di pecora o capra insieme alla frutta grattugiata o in seguito da spalmare su una fettina sottile di pane integrale.
La scelta degli alimenti con cui svezzare non ha nulla di scientifico; è una scelta culturale.
Le lenticchie decorticate sono sicuramente una fonte proteica molto più "leggera" e digeribile per un neoato del manzo o del tacchino eppure a nessuno viene in mente di usarle perché non c'è l'abitudine culturale (in India i bambini vengono svezzati con le lenticchie). I legumi sono l'unica fonte importante di proteine vegetali e l'Istituto Nazionale di Sanità nei suoi LARN raccomanda che ALMENO il 50% delle proteine per una dieta sana dovrebbero venire da FONTI VEGETALI (questo significa che su quattordici pasti settimanali ALMENO sette dovrebbero essere di legumi).


Ricordo nuovamente come trattare i   legumi affinchè i vari nutrienti, possano essere digeriti ed assimilati, evitando eventuali gonfiori: preventivo ammollo di 24 ore, cambiando spesso l'acqua. Se germinano ancora meglio perchè e iniziata già la digestione degli amidi. Cuocerli con qualche seme di finocchio o anice o cumino.

Prima dei 14-17 mesi la carne si puo tranquillamente evitare ma se la famiglia è onnivora si possono dare carni bianche (pollo, coniglio, faraona, piccione) fin verso i 3 anni. Il vitello va evitato (questi poveri animali sono tenuti anemici con famaci) manzo e maiale sono da consumare con estrema moderazione tranne quei casi in cui si conosce l'allevamento e la qualità di alimentazione e lo stile di vita con cui questi animali son vissuti.

Da valorizzare l'uso di erbe aromatiche, da sminuzzare fini fini con un coltello al momento della pappa, soprattutto prezzemolo ed erba cipollina che regalano ferro, vitamina C dando sapore alle pappe.

sabato 26 aprile 2014

Che valore dare alle magiche fosche sensazioni della gravidanza e del dopo parto?

Nella vita di tutti arrivano quei momenti dove quello strato di scontatezza che copre tutto si dirada e qualcosa può emergere,  ancor più frequentemente accade proprio  in gravidanza, nel  parto e soprattutto nel dopo parto. 
Per noi donne la gravidanza e la maternità sono eventi di grande portata presentati tinti di rosa confetto bomboniera, connotati sempre e solo in senso positivo, come se l'unica alternativa fosse il nero privo di luce.....
tralasciando l'importanza delle sfumature, perdendone il valore e negando quelle nuove parti che proprio in questi magici periodi di trasformazione non possono fare a meno di venire a galla.
Nella società dell'apparire non sono previste titubanze o difficoltà ad accettare il nuovo status di madre e quando le incertezze trapelano occorre scuotersi e reagire. Quando una donna, oltre ad essere figlia, diventa anche madre, inizia a percepire diversamente l’immagine dei propri genitori, soprattutto quella materna.
Le emozioni provate in attesa e nel dopo parto sono tutt’altro da ciò che ci viene proposto dalle riviste patinate e dalle tante pubblicità di inutili articoli per il nuovo arrivato.
Non veniamo educati al "sentire",  all'ascolto e così rischiamo di arrivare impreparate, e quando emergono sensazioni diverse son disagi, non riusciamo ad ascoltare come le repentine modificazioni del corpo si associno ad ancora più per forti emozioni, suscitate  ed amplificate  dall'incapacità di stare nell'intensità della sacralità che la vita ci porta, è così che: paura, fatica, senso di colpa, inadeguatezza, impotenza, rabbia iniziano a montare dentro, fuoriuscendo come il soffio della valvola di sicurezza della pentola a pressione con frasi del tipo: “non so se ce la farò” oppure “non ce la faccio", "sono depressa”.... in realtà spesso, semplicemente non siamo preparati alla intensità della nascita e così perdiamo un'occasione di crescita, restiamo in balia degli eventi e possiamo uscirne grazie alla presenza accudente di amici e parenti, quando veniamo prese in carico e sostenute nelle nostre nuove esigenze di neo-mamma, poichè in realtà, insieme al figlio nasce anche una madre (che ha necessità nuove tanto quanto il bambino in grembo e\o appena nato), ed un padre.
Diventa così fondamentale dare spazio all'espressione di tutte  quelle sensazioni che attraverso l'allentamento dei ritmi quotidiani e l'inserimento dell'ascolto, all'interno di appositi spazi meditativi permettono di lasciar emergere. Senza mai dimenticare che non si è mai "sbagliate" o tanto meno “cattive madri" se ci si sente fuori tono, inadeguate, impotenti, esauste, arrabbiate, aggressive, in colpa, e\o distrutte.   Purtroppo la sempre maggiore attenzione alle istruzioni pratiche e all'acquisizione delle più svariate "tecniche" (dalla respirazione in travaglio, all'addormentamento del bebè) hanno coinciso con la messa all'angolo della cura della dimensione introspettiva, relazionale ed emotiva; unica e reale ancora o boa di salvataggio per le tempeste della vita.
Il parto è proprio uno di quei momenti in cui devi aver trovato un centro, in cui affidarsi e stare ferma, aspettando che il maremoto cessi.... ed è così che questo evento ci rafforza e ci prepara ai successivi: dalla costruzione del legame con il figlio, al saper affrontare le varie difficoltà che arriveranno, riuscendo così a vivere le tante emozioni  che possono così essere sperimentate e non negate, potendole affrontare in una maniera efficace, senza abdicare o delegare.
Il parto è una vera e propria porta che conduce ad una inevitabile separazione dell’unità corporea madre-feto, a volte quest’interruzione può anche risvegliare emozioni collegate ad altre separazioni o traumi del proprio vissuto (perdite, lutti, etc).  Possono così manifestarsi eventuali nodi non risolti fino a quel momento, che trovano  un’occasione speciale per poter essere affrontati e, finalmente sciolti, oppure possono diventare fonte di ulteriori disagi sia per la donna, che per la coppia. 
Diventa così sempre più importante prevedere, tanto in gravidanza come nel post-parto, spazi protetti, meditativi e di confronto in cui elaborare i vissuti complessi e spesso dolorosi che la maternità può talvolta attivare, riprendendoci il diritto di sentirci inadeguate senza vergognarcene. Pretendere questo tipo di spazio e supporto non significa essere incapaci o fallite ma semplicemente chiedere per se, per il proprio figlio e la nuova triade familiare maggior pienezza, serenità ed autenticità.
Io tutto questo l'ho sentito accantonando lo yoga delle tecniche, dopo aver incontrato Beatrice Benfenati e lo yoga dell'ascolto, nei libri di Leboyer e Michel Odent, ed approfondendo l'aspetto e la cura della relazione con la scuola di Gestalt counselor e quella di formazione ad Asia. 

giovedì 24 aprile 2014

.....quando siamo noi genitori ad avere bisogno dei figli

Mentre in passato esistevano le malattie psicologiche provocate dalla rigidità delle regole, che costringevano lo sviluppo individuale entro una rete asfissiante di sensi di colpa, e di rimorsi, non consentendo mai di sentirsi a posto con la propria coscienza, oggi è molto diverso. Paradossalmente un clima di gratificazione e di troppo forte coinvolgimento emotivo ostacola lo sviluppo del sé, soprattutto se la madre o il padre riversano sul figlio attese eccessive, quasi onnipotenti, oppure se il figlio serve ad allontanare le loro ansie e le loro depressioni. 
Sempre più spesso fin dalla nascita portano già il peso delle nostre aspettative: attesi con trepidazione, posti al centro della famiglia su di loro concentriamo speranze e proiezioni come se fossero di supporto alla nostra identità di adulti, facendoci sentire così indispensabili.
Gli psicoanalisti parlano di questo particolare rapporto narcisistico che può legare i genitori ai figli ove più che amare e vedere il figlio per quello che è, si trasferiscono su di lui desideri e aspettative disilluse dalla nostra vita obbligando il bambino a recitare una parte non sua.

mercoledì 9 aprile 2014

Ciclo di incontri di puericultura naturale

Le buone pratiche per crescere bimbi sani e felici, ritrovando fiducia nel nostro corpo e nella sapienza del bambino:
l lunedì dalle ore 9.00 - 11,00


· la fascia porta bebè, un rimedio per tutti i mali;
· Senza pannolino/pannolini lavabili per il bene del bimbo e del pianeta;
· 2 incontri: “Rimedi naturali della medicina popolare per i primi disturbi del neonato e della mamma nel post-parto”;
· 3 incontri “Riflessologia per bambini” e benefici per la loro salute;
· 2 incontri “culla del canto, punti del tuina pediatrico e del massaggio ayurvedico”;
· Alle prese con la nanna, il sonno della famiglia di giorno e di notte;

2 incontri “Yoga, posizioni e meditazioni che favoriscono la ripresa nel post parto, in compagnia del neonato”;
4 incontri teorico-pratici sullo svezzamento naturale;Costo singolo incontro € 20,00 pacchetto 6 incontri € 100,00
Ciclo completo (anche su più cicli) nr. 15 incontri  €200,00

Il percorso è tenuto da Marina Giusti (www.marinagiusti.it) Naturopata, riflessologa, esperta e divulgatrice di alimentazione naturale e buone pratiche della medicina popolare,  insegnante di yoga, gestalt counselor e master reiki .

Occorre iscriversi così da permettere la preparazione del materiale dell’incontro e delle dispense, telefonicamente (tel.:345.67.63.000) oppure a mezzo mail: info@marinagiusti.it

sabato 5 aprile 2014

Cibi Naturali, questi sconosciuti! Cibo come esperienza e la sua evoluzione

La natura ha impiegato milioni di anni per perfezionare le specie vegetali e animali in modo che ognuno, incluso l'uomo, avesse a disposizione il cibo più adeguato per ottimizzare i meccanismi digestivi, quindi cognitivi ed evolutivi; con l'avvento delle tecnologie alimentari: lievitazione, conservazione, fermentazione etc.. negli ultimi 50 anni abbiamo visto cambiare drasticamente le caratteristiche dei cibi e delle abitudini alimentari, stimolando importanti modifiche nei processi molecolari attivati dai nutrienti, e se da un lato abbiamo visto favorire funzioni nuove, abilità cognitive più specifiche unite ad un miglioramento delle condizioni globali, dall'altro questo tempo brevissimo non ha permesso ai diversi e molto lunghi tempi del nostro corpo, di adattarsi a tali variazioni evolutive. Questo fatto ci spiega il dilagare di reazioni allergiche, immunitarie, metaboliche e sistemiche.
Cosa dobbiamo aspettarci, quali sono le attuali modifiche a cui anidamo incontro seguendo l'evoluzione dei modelli attuali di produzione di cibo?

domenica 2 marzo 2014

Accompagnare la crescita armoniosa del nascituro


E' capitato a tutti noi genitori, di bimbi appena nati, di andare in difficoltà a causa della poca esperienza nel comprendere le manifestazioni del bambino, ma se vi sentite nel panico potreste con grande efficacia farvi aiutare anche dalla floriterapia, così da ritrovare il più adatto rimedio vibrazionale alla vostra particolare situazione!
Ad esempio il rimedio Crowea Bush flowers, aiuterà nel riequilibrio del vissuto ansioso, così come il mix Stress Stop, contenente Green Spider Orchid che ci permetterà di comprendere meglio la comunicazione non verbale col nascituro. 

Se il vissuto della madre è di insicurezza si consiglia Bottlebrush, mentre se sono i padri a sentirsi esclusi, pensando di non essere importanti per il bambino (se non da un punto di vista economico) si  consiglia Red Helmet Orchid, per riequilibrare questo rapporto.

La fragilità sia della mamma e del neonato dei primi 40 giorni (nel bimbo la fontanella non è ancora chiusa) sarà bene venga custodita dalle amorevoli braccia del papà e di tutti quei famigliari che potranno andare ad aiutare la neo mamma nelle attività domestiche di gestione della casa. In questo periodo sarà molto importante imparere a massaggiare il bambino con  Fringed Violet, scosì da proteggerlo anche energeticamente; applicando 2 gocce al giorno in olio, sulla fontanella e nel corpo con crema di calendula naturale. 
Anche alla mamma se ne consiglia l’assunzione, che potrà anche avvenire sia per via orale, che con il massaggio delle gocce sul corpo in olio di mandorle bio, soprattutto nella zona dell’ombelico.

Se nel post parto vi è eccessiva fragilità emotiva si consiglia il fiore Waratah contenuto in Emergency, Tall Yellow Tap, nei casi in cui la solitudine venga vissuta come isolamento aggiungendone 7 gocce al flacone di Emergency.

Nei mesi di "esogestazione", il neonato con-tenuto dal contatto materno non ha bisogno di molto altro: bastano pochissime cose per soddisfare le sue esigenze. È però importantissimo utilizzare solo quei  prodotti (peraltro nemmeno necessari) dalla sicurezza garantita e provata; questa garanzia purtroppo non sempre si riscontra nei classici prodotti commerciali per bambini. 
Specialmente nel campo dell’igiene, non c'è da fidarsi delle molte certificazioni che spesso non assicurano nulla: è sempre meglio valutare un prodotto dalla  lista degli ingredienti che lo compongono e non dalle pubblicità o  dalla seducente confezione.
Attenzione agli acquisti inutili e dannosi, spesso dettati dai dubbi insinuati da apposite pubblicità ingannevoli, che con un po’ di consapevolezza possono essere abilmente smascherati.
 
non c’è maggior errore di non far nulla perché si sarebbe potuto fare troppo poco.



Nono esitate a contattarmi per consulenze e chiarimenti!!

Namastè

Marina tel:345.6763000



sabato 1 marzo 2014

Rimedi naturali per la mamma ed il bebè

Tosse mamma-bambino (dopo i 6 mesi) oltre le compresse di farina di semi di lino si rivela molto utile la Tisana Calmante alla Malva ed ai semi di Papavero. L’infuso si lascia riposare per 15 minuti in una tazza contenente 250 ml d'acqua portata ad ebollizione, ove andremo a mettere un cucchiaino di malva essiccata ed un quarto di cucchiaino di semi di papavero. Filtrare e bere una o due volte al giorno. Il consiglio non sostituisce parere medico\pediatrico ma può rivelarsi utile in tale attesa. 
Altrettanto benefica la Tisana adatta a lenire i disturbi da dentizione con Malva, Tiglio e Altea: si procede ad un infusione per 15 minuti di un cucchiaino di tisana in 250 ml di acqua bollente. Una volta intiepidita, andremo a massaggiare dolcemente le gengive del bambino con un tessuto di lino grezzo (lavato senza detersivi ne ammorbidenti o altre sostanze chimiche pericolose tipo Napisan o altri igenizzanti che non siano acido citrico e1o percarbonato) imbevuto nella tisana.  
Coliche del lattante: escluse tutte le cause patologiche da parte del pediatra, accompagneremo la maturazione dell'intestino del neonato cercando di fare attenzione all’alimentazione della madre che allatta per escludere la presenza di allergie o intolleranze alimentari (soprattutto quelle alle proteine del latte o al lattosio che possono causare disturbi all'apparato digerente). Una sana alimentazione, accompagnata da un controllo dell’equilibrio acido basico quotidiano del ph urinario (con banali strisce “torna sole”) ci permetterà di riscontrare l’assunzione di quegli alimenti, o sostanze (esempio tinture anche se naturali), aggravanti l’omeostasi, permettendone l’individuazione e la sospensione. Le coliche possono essere più frequenti se i genitori sono inesperti o ansiosi. In pratica: cosa fare quando il bambino piange:
 - per prima cosa verificare che il pianto non sia provocato da pannolino sporco, troppo caldo o freddo. 
- prendere poi in braccio il piccolo e provare a cullarlo tenendolo a pancia in giù. La mamma che allatta, può ricorrere ad una tisana carminativa a base di finocchio, malva e tiglio.  Si può provare a praticare un massaggio in senso orario nel pancino con olio di mandorle ed un piccolo spruzzo di magnesio eudermico.
Ottimi anche i cuscinetti d'erbe, sale e noccioli di ciliegie da riscaldare in forno, appoggiandoli al pancino.
- utilizzare la fascia per accompagnare armoniosamente il periodo della esogestazione del nostro cucciolo.

Fonti Riza, riportano uno studio condotto all'Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino dall'equipe del dott. Francesco Savino e pubblicato sulla rivista Pediatrics, che ha dimostrato l'efficacia di un particolare tipo di fermento lattico vivo, il Lactobacillus reuteri, nel ridurre le coliche infantili, fondamentale agire prima con sostanze prebiotiche come la polpa essiccata di baobab, l'acqua dei semi di lino o arabinogalattano, alla mamma che allata.
Per ricever VIVERE SOSTENIBILE nella vostra email personale in formato PDF basta scrivere a info@viveresostenibile.net 

martedì 11 febbraio 2014

Nasce un bimbo, nasce una mamma

"I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta."  Antoine De Saint Exupéry, Il Piccolo Principe
Ogni neomamma sviluppa un assetto mentale fondamentalmente diverso ad quello che aveva in precedenza ed entra in un campo dell’esperienza sconosciuto alle non-madri. Non contano le motivazioni, le vulnerabilità, le reazioni emotive avute in passato: quando diventa madre, ogni donna agirà a partire da un assetto totalmente nuovo. Dopo aver sospinto ai margini la vita mentale preesistente, l’assetto materno andrà a occupare con forza l’area centrale della sua vita interiore e le imprimerà un carattere del tutto diverso. E’ la nascita di una madre.
Una mediazione saggia, allora, sarà quella che passi attraverso il contatto pelle a pelle che aiuterà la mamma, aiuterà il neonato, tenendosi il bambino vicino al proprio corpo con i marsupiotti o le fasce, proprio come usano le mamme africane i cui bambini hanno disturbi del sonno, del comportamento e dell’umore con un’incidenza notevolmente più bassa della nostra popolazione europea. E poi lasciandoli dormire con sé la notte almeno per i primi tre anni. Affermazioni che oggi vengono dal mondo scientifico e che confermano quanto forse da anni ci sembrava chiaro col cuore. Chiaro che la base emotiva di quel bambino, la sua identità profonda, la sua capacità di fidarsi dell’amore e degli altri sarà consolidata nelle fondamenta.
D.N. Stern N. Bruschweiler-Stern, Nascita di una madre.

venerdì 31 gennaio 2014

Buoni dolci naturali, senza fosfati

Per la nostra salute ma soprattutto per quella dei nostri bambini parliamo dei lievitanti:
-fosfato monocalcico o di-fosfato o tri-fosfato disodico E450 aggiunto sempre nel lievito chimico, detto lievito in polvere” ovvero un composto di cremor tartaro con due sali acidi: uno solfato che reagisce a temperatura ambiente mentre l'altro fosfato che necessita di calore per produrre anidride carbonica. Questo miscuglio provoca una levitazione molto efficace, tanto da esser utilizzato in quasi tutti i prodotti da forno (anche nel pane per migliorarlo) purtroppo questo tipo di lieviti chimici comportano il rischio che si sommi un eccessivo consumo di prodotti lievitati o addizionati con fosfati tale da superare la soglia di sicurezza fissata dalle autorità (si aggiungono fosfati a molte derrate alimentari dal formaggio alle salsicce, passando dai prosciutti, etc.etc.), rischio che riguarda soprattutto i bambini, per questo motivo la cucina naturale predilige i prodotti lievitati con cremor tartaro a quelli lievitati con fosfati che sappiamo possono disturbare diversi processi metabolici oltre che danni renali ed osteoporosi!
-acido tartarico o cremor tartaro, si presenta naturalmente in molte piante, specialmente nell'uva e nel tamarindo (ma anche nelle sorbe, nelle patate, nei cetrioli, negli ananas ecc.) è uno dei principali acidi reperibili nel vino.
Viene aggiunto ad alcuni alimenti per conferirvi un gusto acidulo ed è usato come antiossidante. Come additivo alimentare è identificato dalla sigla E 334.
ottimo soprattutto usato come reagente insieme al bicarbonato;
-bicarbonato di sodio;
questi additivi alimentari agiscono allo stesso modo, sviluppando anidride carbonica in forma di gas. Il bicarbonato di sodio è una base che reagisce con gli acidi per produrre anidride carbonica. Il bicarbonato di per sè non è sufficiente per provocare la lievitazione, ma necessita di un acido: quindi si usa solo in presenza di un altro ingrediente acido, quali siero di latte, panna acida, aceto o succo di limone.
LA MIA RICETTA "ECONOMICISSIMA":
360 gr di cremor tartaro;


360 gr farina di riso o fecola di patate o amido di mais come stabilizzante;
180 gr di bicarbonato;
Mescolare bene In un barattolo di vetro dove conserverete il vostro lievito ed utilizzarne
20 grammi al posto della bustina di lievito.

martedì 21 gennaio 2014

Dal latte alla pappa, Naturalmente con serenità

Venerdì 31 gennaio 2014 dalle ore 10 alle 12.00 ricominceremo a parlare ed a sperimentare in cucina lo "Svezzamento Naturale"

Un ciclo di 4 incontri a cadenza settimanale, dal costo di €20 cadauno. 
Nel costo saranno comprese sia le dispense di ogni incontro, che le pappe che prepareremo insieme, con:
-verdure bio del nostro gruppo di acquisto locale GAStello
-vari tipi di olii vegetali bio spemuti a freddo di cui impareremo le diverse proprietà;
-miso, gomasio (che prepareremo insieme), alghe, germe di grano, lievito in scaglie....e tanto altro per arricchire la nostra dispensa affinchè l'alimentazione possa ritornare ad essere fonte di Salute;
-fiocchi di miglio, di grano saraceno e di ogni tipo di cereale di cui valuteremo le diverse proprietà e le varie fasi d'introduzione, sempre diverse nel rispetto delle tappe di crescita di ogni bambino;
-le farine biodinamiche della Holle (di cui vi forniremo diverse buste in campione omaggio)
-le prime pastine "degli Gnomi" da quella al miglio alla più completa.       ------> e tanto altro ;)
 
Viene lasciata la massima libertà di partecipazione ad uno o più incontri, sottolinenando  l'importanza della visione completa dell'intero ciclo: per questo a chi aderisce a tutti i 4 incontri verrà offerto un incontro successivo (circa  2 mesi dopo) per verificare i progressi ed apportare eventuali  aggiustamenti.

Questi incontri hanno l'obiettivo di fornire un supporto, una guida informativa ricca di indicazioni chiare sull’alimentazione equilibrata dei bambini, con proposte pratiche affinchè il passaggio dall’alimentazione lattea a quella solida avvenga naturalmente, con gioia e naturale gradualità. Così facendo si pongono le basi affinchè l'alimentazione arrivi ad essere variata, sana, globalmente sostenibile ed anche appetitosa.
Ci occuperemo di mettere in luce tutti gli elementi essenziali per rifornire l'organismo di tutte le sostanze nutritive di cui necessità in misura adeguata, informando e sostenendo i genitori nel percorso ottimale allo sviluppo di comportamenti alimentari appropriati.
Vedremo come evitare la nascita delle ormai molto comuni cattive abitudini, e dei più comuni errori alimentari così da apprenderne i relativi suggerimenti per la loro risoluzione.

martedì 12 novembre 2013

CON-TATTO!!! L'importanza di un caregiver particolarmente amorevole (che si tratti di mamma, papà o nonni) ai fini dello sviluppo emotivo e comportamentale del bambino.

"Nel primo anno di vita (e non solo) il rapporto tra mamma e bambino è fondamentale per lo sviluppo cerebrale".  Finalmente studi scientifici confermano questo sapere:
Proceedings of the National Academy of Sciences, è una ricerca che collega gli accudimenti materni allo sviluppo strutturale di una regione chiave del cervello, in questo caso l'ippocampo.
"Questo lavoro, spiega il coordinatore del progetto Joan Luby, fornisce una prova affidabile dell'importanza di coltivare in anticipo lo sviluppo cerebrale e potrebbe avere enormi implicazioni per la salute pubblica''.
La teoria  "dell'attaccamento primario",  giàelaborata dallo psicanalista britannico John Bowlby, studia le componenti etologiche del comportamento umano, concludendo che il neonato è un mammifero e che, come tutti i mammiferi, nel primo anno di vita deve continuare ad essere trattato come se si trovasse ancora nel grembo materno, con un continuo e forte contatto epidermico con la madre.
Imperdibile nei corsi di preparazione al parto, il libro di Michel Odent "Il bebè è un mammifero"  ora edito con il nuovo titolo, "Abbracciamolo subito" .

Il pedagogista Daniele Novara, fondatore e direttore del Cpp (Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti) di Piacenza, ci spiega (in un articolo pubblicato su Repubblica il 5\2\12) come vari studi successivi, hanno poi dimostrato che i bambini che vengono allevati in contatto, da grandi raggiungono performance cognitive migliori.