Oligoelementi catalizzatori della nostra salute e Vitamine basilari per il benessere
Il termine oligoelementi deriva dal greco antico oligos = poco.
Sono elementi chimici presenti in piccolissime tracce nell'organismo umano e più generalmente nella materia vivente. Da un punto di vista quantitativo è valida la definizione data da Forsenn negli anni 70:
gli oligoelementi sono tutti quegli elementi chimici presenti in concentrazione uguale o inferiore allo 0,01% del peso del corpo umano.
La vita dell'uomo e il suo metabolismo si basano su un complesso e armonico sistema di numerosissime reazioni biochimiche: le nostre cellule sono un vero vortice di tale reazioni.
La velocità di queste reazioni biochimiche può essere compatibile con i rapidissimi tempi della vita, solo se catalizzata dagli enzimi.
Gli enzimi sono dei veri propri sistemi biocatalizzatori formati da una grossa parte proteica e da cofattori che possono essere oligoelementi (ioni metallici o metalloidici).
Molti enzimi contengono nella loro molecola un oligoelemento o funzionano solo in presenza di un oligoelemento. Gli studi nutrizionali hanno stabilito che almeno 10 oligoelementi sono essenziali e che questa loro indispensabilità è molto simile a quella delle vitamine.
Vi è comunque una differenza fondamentale ed è che mentre gli oligoelementi fanno parte dell'organismo umano, le vitamine sono esterne.Diatesi o terreno, ovvero fotografia delle caratteristiche psicofisiche e delle sue predisposizioni agli squilibri energetici di ognuno
La scienza della nutrizione umana, a metà del secolo scorso, trattando la definizione dei fabbisogni giornalieri dei vari nutrienti, mise in luce l'importanza di alcuni elementi chimici, raccomandando l'integrazione alimentare in caso di carenze.
Questa metodica è stata denominata "oligoterapia nutrizionale", sebbene sia un intervento alimentare integrativo, più che una terapia in senso stretto; i prodotti che si somministrano sono per lo più in forme solide e in quantità dell'ordine di milligrammi o frazione di milligrammi.
Diversa la metodica chiamata "oligoterapia catalitica", anch'essa ha le caratteristiche di intervento integrativo più che di trattamento terapeutico e agisce beneficamente su una serie di disturbi funzionali.
Nasce per la geniale intuizione del medico Jaques Mènètrier, verso la prima metà del 1900, avvalendosi delle ricerche preliminari di Gabriel Bertrand, e di un altro medico francese, J.U.Sutter.
I prodotti che vengono impiegati sono soluzioni diluitissime di sali di oligoelementi altamente ionizzati, seguendo una teoria da lui messa a punto, che si basa sul concetto di diatesi o terreno.
Le quantità degli oligoelementi impiegate sono dell'ordine di milionesimi di grammo e la via di somministrazione ottimale è quella sublinguale, che consente allo ione metallico di entrare subito nel torrente circolatorio e quindi di divenire biodisponibile, incorporandosi nell'enzima che ne era carente.
Il trattamento salutistico si fonda sull'individuazione della diatesi o terreno della persona.
La base del ragionamento di Mènètrier è che l'azione catalica degli enzimi regola e controlla i meccanismi del metabolismo umano.
La nostra vita e il nostro benessere sono condizionati dall'attività armonica e ordinata di questi complessi sistemi regolatori.
Qualunque disordine o blocco di una delle vie metaboliche porta inevitabilmente a blocchi a catena delle vie collaterali.
Le conseguenze si manifestano attraverso vari disturbi che si possono inquadrare in 4 gruppi, detti diatesi, tendenze morbose generali che coinvolgono gli aspetti caratteriali, psicologici, fisici, con predisposizioni a contrarre determinati disturbi.
Ogni soggetto appartiene a una di queste diatesi e per ognuna di esse Mènètrier trovò un oligoelemento o un associazione di oligoelementi in grado di agire come regolatori della diatesi stessa.
Questi metalli incorporati nel loro enzima agiscono come biocatalizzatori, facendo ritornare il soggetto allo stato iniziale di salute.
Attraverso il colloquio naturopatico, il soggetto verrà inquadrato nella sua diatesi di appartenenza e, per ripristinare l'equilibrio, verrà dato l'oligoelemento appropriato, associato eventualmente a quelli complementari, per ottenere un trattamento efficace.
Agli oligoelementi si può abbinare un gemmoderivato o un fitoderivato, fiori di Bach, ecc.
Gli oligoelementi essenziali sono:
Ferro, Rame, Zinco, Manganese, Molibdeno, Jodio, Fluoro, Cromo, Selenio, Cobalto.
Gli oligoelementi complementari sono:
Alluminio, Bismuto, Magnesio, Litio, Fosforo, Potassio, Zolfo.
Le Diatesi sono quattro, più una denominata "la sindrome di disadattamento", che non è una diatesi, bensì una condizione in cui nell'organismo si determina una difficoltà di adattamento di alcune ghiandole endocrine agli stimoli dell'ipofisi;tale situazione può verificarsi a carico di una qualsiasi delle 4 diatesi.
Più precisamente il disadattamento può verificarsi sia quando le ghiandole genitali trovano difficoltà nel rispondere agli stimoli della parte anteriore dell'ipofisi (asse-ipofisi-genitale), sia quando ciò accade al Pancreas (asse Ipofisi-pancreatico).
Non esistono diatesi pure, esistono 2 diatesi di nascita chiamate:
-1 diatesi allergica,
-2 diatesi ipostenica
che si possono intrecciare; tuttavia ci si riconosce, in maniera predominante, in una o nell'altra. Le altre diatesi sono di passaggio e prendono il nome di regressioni diatesiche.
LE 4 DIATESI: LE LORO CARATTERISTICHE PRINCIPALI E L'OLIGOELEMENTO CONSIGLIATO
1 Allergica-Iperattività-Manganese
2 Ipostenica-Ipoattività-Manganese-Rame
3 Distonica- Distonia neuro-vegetativa-Manganese-Cobalto
4 Anergica- Carenze di autodifese- Rame- Oro –Argento
Asse ipofisi-genitale-Zinco-Rame
Asse Ipofisi pancreatico- Zinco-Nichel-Cobalto
L'impiego catalitico degli oligoelementi è efficace e può rappresentare, a livello salutistico, un intervento casuale che non si limita a trattare i sintomi di un disturbo: è in grado di agire sul terreno organico, trasformandolo e mutandone la tendenza morbosa generale.
Essi agiscono sulle diatesi, trasformandole in positivo e consentendo al soggetto di orientarsi verso uno stato di salute migliore.
L'utilizzo di oligoelementi non ha controindicazioni, anche se non si parla di controindicazioni ma di non indicazioni quali: negli stati lesionali gravi, nelle insufficienze d'organo conclamate.
In caso di errore di valutazione l'oligoelemento risulta inutile.
Il termine oligoelementi deriva dal greco antico oligos = poco.
Sono elementi chimici presenti in piccolissime tracce nell'organismo umano e più generalmente nella materia vivente. Da un punto di vista quantitativo è valida la definizione data da Forsenn negli anni 70:
gli oligoelementi sono tutti quegli elementi chimici presenti in concentrazione uguale o inferiore allo 0,01% del peso del corpo umano.
La vita dell'uomo e il suo metabolismo si basano su un complesso e armonico sistema di numerosissime reazioni biochimiche: le nostre cellule sono un vero vortice di tale reazioni.
La velocità di queste reazioni biochimiche può essere compatibile con i rapidissimi tempi della vita, solo se catalizzata dagli enzimi.
Gli enzimi sono dei veri propri sistemi biocatalizzatori formati da una grossa parte proteica e da cofattori che possono essere oligoelementi (ioni metallici o metalloidici).
Molti enzimi contengono nella loro molecola un oligoelemento o funzionano solo in presenza di un oligoelemento. Gli studi nutrizionali hanno stabilito che almeno 10 oligoelementi sono essenziali e che questa loro indispensabilità è molto simile a quella delle vitamine.
Vi è comunque una differenza fondamentale ed è che mentre gli oligoelementi fanno parte dell'organismo umano, le vitamine sono esterne.Diatesi o terreno, ovvero fotografia delle caratteristiche psicofisiche e delle sue predisposizioni agli squilibri energetici di ognuno
La scienza della nutrizione umana, a metà del secolo scorso, trattando la definizione dei fabbisogni giornalieri dei vari nutrienti, mise in luce l'importanza di alcuni elementi chimici, raccomandando l'integrazione alimentare in caso di carenze.
Questa metodica è stata denominata "oligoterapia nutrizionale", sebbene sia un intervento alimentare integrativo, più che una terapia in senso stretto; i prodotti che si somministrano sono per lo più in forme solide e in quantità dell'ordine di milligrammi o frazione di milligrammi.
Diversa la metodica chiamata "oligoterapia catalitica", anch'essa ha le caratteristiche di intervento integrativo più che di trattamento terapeutico e agisce beneficamente su una serie di disturbi funzionali.
Nasce per la geniale intuizione del medico Jaques Mènètrier, verso la prima metà del 1900, avvalendosi delle ricerche preliminari di Gabriel Bertrand, e di un altro medico francese, J.U.Sutter.
I prodotti che vengono impiegati sono soluzioni diluitissime di sali di oligoelementi altamente ionizzati, seguendo una teoria da lui messa a punto, che si basa sul concetto di diatesi o terreno.
Le quantità degli oligoelementi impiegate sono dell'ordine di milionesimi di grammo e la via di somministrazione ottimale è quella sublinguale, che consente allo ione metallico di entrare subito nel torrente circolatorio e quindi di divenire biodisponibile, incorporandosi nell'enzima che ne era carente.
Il trattamento salutistico si fonda sull'individuazione della diatesi o terreno della persona.
La base del ragionamento di Mènètrier è che l'azione catalica degli enzimi regola e controlla i meccanismi del metabolismo umano.
La nostra vita e il nostro benessere sono condizionati dall'attività armonica e ordinata di questi complessi sistemi regolatori.
Qualunque disordine o blocco di una delle vie metaboliche porta inevitabilmente a blocchi a catena delle vie collaterali.
Le conseguenze si manifestano attraverso vari disturbi che si possono inquadrare in 4 gruppi, detti diatesi, tendenze morbose generali che coinvolgono gli aspetti caratteriali, psicologici, fisici, con predisposizioni a contrarre determinati disturbi.
Ogni soggetto appartiene a una di queste diatesi e per ognuna di esse Mènètrier trovò un oligoelemento o un associazione di oligoelementi in grado di agire come regolatori della diatesi stessa.
Questi metalli incorporati nel loro enzima agiscono come biocatalizzatori, facendo ritornare il soggetto allo stato iniziale di salute.
Attraverso il colloquio naturopatico, il soggetto verrà inquadrato nella sua diatesi di appartenenza e, per ripristinare l'equilibrio, verrà dato l'oligoelemento appropriato, associato eventualmente a quelli complementari, per ottenere un trattamento efficace.
Agli oligoelementi si può abbinare un gemmoderivato o un fitoderivato, fiori di Bach, ecc.
Gli oligoelementi essenziali sono:
Ferro, Rame, Zinco, Manganese, Molibdeno, Jodio, Fluoro, Cromo, Selenio, Cobalto.
Gli oligoelementi complementari sono:
Alluminio, Bismuto, Magnesio, Litio, Fosforo, Potassio, Zolfo.
Le Diatesi sono quattro, più una denominata "la sindrome di disadattamento", che non è una diatesi, bensì una condizione in cui nell'organismo si determina una difficoltà di adattamento di alcune ghiandole endocrine agli stimoli dell'ipofisi;tale situazione può verificarsi a carico di una qualsiasi delle 4 diatesi.
Più precisamente il disadattamento può verificarsi sia quando le ghiandole genitali trovano difficoltà nel rispondere agli stimoli della parte anteriore dell'ipofisi (asse-ipofisi-genitale), sia quando ciò accade al Pancreas (asse Ipofisi-pancreatico).
Non esistono diatesi pure, esistono 2 diatesi di nascita chiamate:
-1 diatesi allergica,
-2 diatesi ipostenica
che si possono intrecciare; tuttavia ci si riconosce, in maniera predominante, in una o nell'altra. Le altre diatesi sono di passaggio e prendono il nome di regressioni diatesiche.
LE 4 DIATESI: LE LORO CARATTERISTICHE PRINCIPALI E L'OLIGOELEMENTO CONSIGLIATO
1 Allergica-Iperattività-Manganese
2 Ipostenica-Ipoattività-Manganese-Rame
3 Distonica- Distonia neuro-vegetativa-Manganese-Cobalto
4 Anergica- Carenze di autodifese- Rame- Oro –Argento
Asse ipofisi-genitale-Zinco-Rame
Asse Ipofisi pancreatico- Zinco-Nichel-Cobalto
L'impiego catalitico degli oligoelementi è efficace e può rappresentare, a livello salutistico, un intervento casuale che non si limita a trattare i sintomi di un disturbo: è in grado di agire sul terreno organico, trasformandolo e mutandone la tendenza morbosa generale.
Essi agiscono sulle diatesi, trasformandole in positivo e consentendo al soggetto di orientarsi verso uno stato di salute migliore.
L'utilizzo di oligoelementi non ha controindicazioni, anche se non si parla di controindicazioni ma di non indicazioni quali: negli stati lesionali gravi, nelle insufficienze d'organo conclamate.
In caso di errore di valutazione l'oligoelemento risulta inutile.
VITAMINE:
La scoperta delle vitamine non può essere attribuita a un unico ricercatore. Numerosi, infatti, sono gli scienziati, di nazionalità diverse, che, lavorando indipendentemente, hanno portato contributi importanti per la loro identificazione.
Nel 1912, Casimir Funk, un biochimico polacco che lavorava a Londra, coniò il termine vitamine per le importanti sostanze che egli, e altri in precedenza, avevano isolato dagli alimenti.
Il nome alludeva al fatto che quelle sostanze fossero essenziali per la vita e chimicamente fossero amine, cioè composti azotati.
Funk, analizzando il principio antiberiberico (l'attuale tiamina), aveva constatato che doveva trattarsi di una amina e pensò che tutti i bioregolatori alimentari appartenessero a quel gruppo di composti chimici.
Anche se in seguito venne dimostrato che ciò non era vero, il nome aveva conquistato l'opinione pubblica e tale rimase.
Le vitamine sono state una delle principali scoperte del XX secolo e negli ultimi anni la loro aggiunta agli alimenti, ad alcuni preparati farmaceutici ed erboristici, sta avendo un notevole sviluppo.
Sebbene da oltre 3 secoli fosse stata osservata una correlazione tra un'inadeguata assunzione di alimenti e alcuni disturbi, oggi riconosciute come avitaminosi, solo nel Novecento si è riusciti a isolare e identificare i singoli principi vitaminici.
Per esempio, l'uso di limoni e limette per combattere lo scorbuto durante i viaggi in mare, venne proposto per la prima volta nel 1753 dal medico scozzese James Lind; negli anni successivi questa scoperta rivoluzionò le teorie nutrizionali e alimentari che erano fondati sul concetto che la base di alimentazione fossero le sostanze proteiche, tuttavia solo nel 1926 gli studiosi riuscirono a isolare la vitamina C.
A mano a mano che la conoscenza e la comprensione scientifica si approfondivano e aumentava il numero delle vitamine scoperte, divenne evidente che esse erano composti organici che, a differenza di grassi, carboidrati e di alcune proteine, non venivano metabolizzate per fornire energia.
Si scoprì anche che le vitamine non potevano essere prodotte dall'organismo e che provenivano esclusivamente dagli alimenti; in seguito la scienza ha potuto accertare che le vitamine sono indispensabili in piccole quantità e che ognuna svolge diverse funzioni specifiche e sono quindi necessarie per evitare disturbi da carenza.
Le vitamine si classificano in:
vitamine idrosolubili (che si sciolgono in acqua) e liposolubili (che si sciolgono nei grassi).
Le vitamine liposolubili sono: A-D-E K, il cui eccesso non viene generalmente eliminato con l'urina, ma immagazzinato nei tessuti; un'assunzione elevata quindi, potrebbe costruire un rischio per la salute;
le vitamine del gruppo B e la vitamina C sono idrosolubili ad eccezione della vitamina B12 e sono immagazzinate dall'organismo in minima parte.
Le vitamine liposolubili sono:
Vitamina A o Retinolo
Vitamina D o Calciferolo (detta raggio di sole)
Vitamine E o Tocoferolo (esistono 7 tipi: alfa-beta-delta-ipsilon-eta-gamma-zeta - la più potente è alfa-tocoferolo)
Vitamina K o Melanione (esistono tre tipi di vitamina: K1 fitomenadione, K2 naftochione, K3 menadione, che è idrosolubile ed è sintetica).
Le vitamine idrosolubili:
Vitamina B1 (Tiamina)
Vitamina B2 (riboflavina)
Vitamina B3 (niacina o pp)
Vitamina B5 (acido pantotenico)
Vitamina B6 (piridossina)
Vitamina B8 (biotina)
Vitamina B9 (acido folico)
Vitamina B 10 (acido-para-aminobenzoico)
Vitamina B7 (colina)
Vitamina B12 (cianocobalamina)
VitaminaC (acido ascorbico)
La scoperta delle vitamine non può essere attribuita a un unico ricercatore. Numerosi, infatti, sono gli scienziati, di nazionalità diverse, che, lavorando indipendentemente, hanno portato contributi importanti per la loro identificazione.
Nel 1912, Casimir Funk, un biochimico polacco che lavorava a Londra, coniò il termine vitamine per le importanti sostanze che egli, e altri in precedenza, avevano isolato dagli alimenti.
Il nome alludeva al fatto che quelle sostanze fossero essenziali per la vita e chimicamente fossero amine, cioè composti azotati.
Funk, analizzando il principio antiberiberico (l'attuale tiamina), aveva constatato che doveva trattarsi di una amina e pensò che tutti i bioregolatori alimentari appartenessero a quel gruppo di composti chimici.
Anche se in seguito venne dimostrato che ciò non era vero, il nome aveva conquistato l'opinione pubblica e tale rimase.
Le vitamine sono state una delle principali scoperte del XX secolo e negli ultimi anni la loro aggiunta agli alimenti, ad alcuni preparati farmaceutici ed erboristici, sta avendo un notevole sviluppo.
Sebbene da oltre 3 secoli fosse stata osservata una correlazione tra un'inadeguata assunzione di alimenti e alcuni disturbi, oggi riconosciute come avitaminosi, solo nel Novecento si è riusciti a isolare e identificare i singoli principi vitaminici.
Per esempio, l'uso di limoni e limette per combattere lo scorbuto durante i viaggi in mare, venne proposto per la prima volta nel 1753 dal medico scozzese James Lind; negli anni successivi questa scoperta rivoluzionò le teorie nutrizionali e alimentari che erano fondati sul concetto che la base di alimentazione fossero le sostanze proteiche, tuttavia solo nel 1926 gli studiosi riuscirono a isolare la vitamina C.
A mano a mano che la conoscenza e la comprensione scientifica si approfondivano e aumentava il numero delle vitamine scoperte, divenne evidente che esse erano composti organici che, a differenza di grassi, carboidrati e di alcune proteine, non venivano metabolizzate per fornire energia.
Si scoprì anche che le vitamine non potevano essere prodotte dall'organismo e che provenivano esclusivamente dagli alimenti; in seguito la scienza ha potuto accertare che le vitamine sono indispensabili in piccole quantità e che ognuna svolge diverse funzioni specifiche e sono quindi necessarie per evitare disturbi da carenza.
Le vitamine si classificano in:
vitamine idrosolubili (che si sciolgono in acqua) e liposolubili (che si sciolgono nei grassi).
Le vitamine liposolubili sono: A-D-E K, il cui eccesso non viene generalmente eliminato con l'urina, ma immagazzinato nei tessuti; un'assunzione elevata quindi, potrebbe costruire un rischio per la salute;
le vitamine del gruppo B e la vitamina C sono idrosolubili ad eccezione della vitamina B12 e sono immagazzinate dall'organismo in minima parte.
Le vitamine liposolubili sono:
Vitamina A o Retinolo
Vitamina D o Calciferolo (detta raggio di sole)
Vitamine E o Tocoferolo (esistono 7 tipi: alfa-beta-delta-ipsilon-eta-gamma-zeta - la più potente è alfa-tocoferolo)
Vitamina K o Melanione (esistono tre tipi di vitamina: K1 fitomenadione, K2 naftochione, K3 menadione, che è idrosolubile ed è sintetica).
Le vitamine idrosolubili:
Vitamina B1 (Tiamina)
Vitamina B2 (riboflavina)
Vitamina B3 (niacina o pp)
Vitamina B5 (acido pantotenico)
Vitamina B6 (piridossina)
Vitamina B8 (biotina)
Vitamina B9 (acido folico)
Vitamina B 10 (acido-para-aminobenzoico)
Vitamina B7 (colina)
Vitamina B12 (cianocobalamina)
VitaminaC (acido ascorbico)
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