lunedì 22 aprile 2013

Tappe evolutive del bambino e passaggi esistenziali

Lo sviluppo del bambino procede per tappe successive che tendono alla conquista delle sue progressive facoltà, ma ogni tappa è preceduta da una fase di crisi : non capirlo, porta inutile sofferenza oltre che disturbo al processo di crescita.
Il bambino  piange, è irrequieto, nulla riesce a calmarlo, occorre aspettare… poi qualcosà accadrà, per esempio si metterà in piedi e inizierà a camminare, si potrà gioire e trasmettergli soddisfazione.
Primo settennio:
dinamica Polmone-Rene. Infanzia, primi 7-8 anni di vita, amore incondizionato dei genitori, necessità di qualcuno che si prenda cura. Relazioni di dipendenza con gli altri. Timidezza. Capacità di contenimento.
Accettazione delle proprie debolezze, di sé, del mondo, del proprio gruppo di appartenenza. Identità. 
Rudolf Steiner dice sostanzialmente : il bimbo, nei suoi primi anni fa quel che gli pare, è libero e indipendente da qualsiasi condizionamento e quanto più noi siamo capaci di metterci in ascolto, di annullarci per assorbire in noi il suo temperamento, i suoi orientamenti, il suo carattere, tanto più riusciremo a educarlo in modo sano. Per farlo, dobbiamo sapere che in questo momento noi siamo la sua ottava, il suo specchio. Nostro figlio, infatti, in questi primi anni è un organo di senso : assorbe e imita tutto ciò che noi gli presentiamo, nella maniera più innocente possibile.
Se vogliamo farci un’idea concreta dell’anima del bimbo nel primo settennio, dobbiamo osservare bene il suo organismo, la sua postura, la sua fisiologia ( l’appetito, la digestione, il gioco, il sonno ). Quel che vediamo è l’organismo fisico e il suo comportamento : l’eterico e l’anima non si sono ancora staccati dalla madre in modo indipendente. Tutto ciò che il bimbo percepisce provoca, attraverso gli organi di senso e il cervello, una reazione sui polmoni, sul fegato, sul rene. In altre parole, le esperienze vissute nel primo settennio modificano l’organismo e trasformano con esso la struttura animica ricevuta alla nascita.
Ciò ha contemporaneamente conseguenze fisiologiche e psichiche, perché da un lato, crea la predisposizione alla salute o alla malattia, dall’altro forma un modello animico di riferimento, che costituirà una impostazione psicologica per tutta la vita.  Il lavoro della seconda parte della vita sarà proprio la rielaborazione da parte dell’Io, di questo nucleo animico iniziale.
Ciò che va osservato con attenzione è questo nucleo animico sotto forma organica, del primo settennio. Non un astratto parallelismo anima – fisico della “Medicina psicosomatica”, ma l’anima come concreta forma del corpo. Le nostre impressioni, i nostri ricordi, tutto ciò che gradualmente viene a formare la nostra struttura animica, si inseriscono nei nostri organi come la biancheria stirata nei cassetti.
Nei primi anni di vita dunque, non solo il bimbo è quello che siamo noi, ma la sua stessa struttura corporea si adatta alla nostra immagine e a tutto quanto cade sotto i suoi sensi. Nel nostro alzare la voce, adirarci, egli non coglie l’idea della punizione, ma della violenza. Qual è allora il metodo pedagogico ideale ? Indubbiamente, l’ascolto. Immaginate che spavento ci coglierebbe, se il nostro specchio al mattino, irritato dal nostro aspetto stralunato, accentuasse ancora di più le nostre occhiaie, scompigliasse ulteriormente i nostri capelli e infine, colto da un gesto di impazienza, cadesse in frantumi. Questa è un po’ la situazione che si verifica quando, con un bambino di quattro – cinque anni, usciamo dai gangheri e lo sgridiamo, perdendo la pazienza. I bambini vanno certamente  contenuti e limitati, tenendo sempre tener presenti due cose:
 prima di tutto, la vera pedagogia in quest’età è l’immagine che noi gli presentiamo col nostro comportamento e, in secondo luogo, ciò che il bimbo fa, anche sotto forma di gioco, non può essere interpretato con il metro dell’adulto.
Se noi di fronte al bambino nel primo settennio di vita, siamo in grado di compiere davvero questo gesto sacrale di fare silenzio dentro di noi, di far tacere le nostre ragioni di adulto e ascoltare in modo totale l’interiorità dell’ essere che abbiamo davanti, sicuramente non avremo bisogno di trattati di psicologia infantile per educare i figli.
Gli errori vengono sempre dal fatto di giudicare i piccoli col metro dei grandi.
 

Secondo periodo: adolescenza. Dinamica Fegato-Rene. Capacità di creare, di produrre da soli. Ciò
che si desidera realizzare di se stessi, ciò che si fa è visto come un’estensione del sè. Indipendenza, ricerca della “sua” motivazione. Pubertà come capacità riproduttiva, creativa, genialità.
Terzo periodo: Inizio età adulta. Dinamica Milza-Rene. Giudizio, morale. Si diviene parte della società, ci si muove nel mondo, si è  influenzati dai giudizi degli altri. Conflitto tra intuizione e ragione. Condizionamenti sociali, regole sociali, e “perdita dell’innocenza”. Percezione del senso di vergogna ed imbarazzo. Responsabilità delle proprie azioni in relazione alla società in cui si vive. Capacità di vivere armoniosamente con gli altri. Blocco: Sindrome “ “Peter Pan”, il voler rimanere sempre giovani.
Quarto periodo: Età adulta. Dinamica Cuore-Milza. Relazioni, menzogne, bugie. Necessità di mentire per ridurre il conflitto tra Cuore (sentimenti emozioni) e Milza  (pensiero, ragione). Necessità di avere una vita coerente ed armoniosa con gli altri, anche comportandosi in modo poco piacevole. Fede. Credenze che possono contrastare con le regole sociali.
Quinto periodo: Età adulta avanzata. Dinamica Fegato-Cuore. Onore. Rispetto per ciò che si è, delle proprie idee. Si collega all’azione del 3° periodo connesso all’idea della responsabilità. Fede, fiducia. Rispetto, consapevolezza. Il 5° periodo rappresenta la sintesi dei  precedenti; inizia un processo di ascensione vero e proprio, spesso con sintomi di tipo yang nella parte alta del corpo. E’ la tendenza evolutiva del Fegato che viene a contatto con il Cuore (entra nel torace).
Sesto periodo: Evoluzione Spirituale. Cuore. Compassione, empatia. Solitudine, tranquillità. L'individuo realizza uno stato di completamento in sé senza avvertire necessità di trasgressione, possesso o desiderio. Assenza di giudizio; essere al di sopra della dialettica yin-yang, bene-male, buono-cattivo etc..
Settimo periodo: Senescenza, menopausa, andropausa . Saggezza. Abbandono del mondo esperenziale a favore della coltivazione spirituale. Periodo in cui si effettuano dei bilanci e si valuta ciò che non è stato affrontato nel corso della vita, si diventa consapevoli. E’ considerata una fase simile alla morte. Si entra nell’ottica di lasciare, di abbandonare tutto ciò che è terreno. Ciò si attiva attraverso il rilasciamento del Ren Mai (punto di apertura di questo meridiano è LU7).
 

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