mercoledì 9 marzo 2011

Incontro MAMME di martedì 8/3, argomenti trattati e ricette preparate: il valore e l'energia del cibo bio e fatto in casa


Oggi giorno errate abitudini, pregiudizi dietetici, e, soprattutto, la schiacciante pressione dell'industria alimentare fanno sì che l'uomo, non più guidato dall'istinto (ormai perduto), stenti a ritrovare razionalmente la strada della corretta alimentazione.
Per i nostri bambini cerchiamo di ritrovare un'alimentazione il più possibile naturale, ricordando che non c'è niente di meglio, per un corpo giovane e in costruzione, degli alimenti freschi, cucinati con le nostre mani. Attraverso il lavoro che mettiamo quotidianamente nel preparare da noi, i cibi ai nostri figli non arriveranno solo gli elementi nutritivi del cibo stesso, bensì anche tutto il nostro amore sotto forma di energia vivente.
Per lo stesso motivo sarebbe auspicabile (qualora fosse possibile) coltivare e raccogliere da noi la frutta e la verdura fresca e preparare da noi la maggior parte dei cibi. Allora impariamo a "perdere" un po' di tempo in più, ma offriamo ai nostri bambini noi stessi!
Nel suo libro “Alimentazione in gravidanza”, L. Nava spiega che mentre la maggioranza dei dietologi fa riferimento alla vecchia scuola dell'alimentazione che stabilisce una scala di valori basata sulle calorie, la nuova scuola ha stabilito un sistema analogo per determinare il valore biologico (da "bios" = vita). Werner Kollath, nel suo libro "La classificazione degli alimenti", ha distinto i cibi "viventi", e quindi necessari alla formazione e al mantenimento della vita, da quelli che, per effetto di azioni esterne, quali riscaldamento, conservazione e preparazione, sono stati, per così dire, uccisi. I cibi vivi sono quelli che sono stati lasciati completamente allo stato naturale: i semi di girasole e di sesamo, le noci, le mandorle, le olive, i chicchi dei cereali, la frutta e le verdure crude, le uova e il latte, purché non sottoposti a riscaldamento. Essi contengono ancora le sostanze vitali nella quantità prevista dalla natura stessa e in modo armonico.
La categoria successiva è quella rappresentata da alimenti vivi modificati per via meccanica (le farine dei cereali integrali) o per via fermentativa, cioè lo yogurt, il pane integrale a lievitazione naturale, il tamari (salsa di soia), il miso (pasta di soia). In Germania numerosi medici attribuiscono grandi virtù ai cibi fermentati: alcune sostanze indesiderabili, come l'acido fitico presente nella crusca dei cereali, sono distrutte, mentre il tenore vitaminico aumenta. Nel miso (la preparazione giapponese è ottenuta mettendo a fermentare la soia con farina integrale e sale per tre anni) c'è vitamina B12 che è invece, completamente assente nella soia in grani.
Il corpo sa riconoscere ancora perfettamente, dopo alcuni millenni di "deviazione alimentare", i cibi "vivi" (quelli che gli consentono di mantenere integro il suo capitale di "vitalità") da quelli "morti".
"Vivi" sono gli alimenti crudi, che conservano intatto il loro corredo di "fattori vitali": vitamine, proteine, sali minerali, enzimi, ormoni, essenze volatili, antiossidanti naturali, biostimoline, complessi antibiotici, ecc. Alimenti "morti", invece, non sono solo i cadaveri di altri animali, ma anche le verdure, la frutta e i cereali cotti. Tutti i cibi (fatti di materia organica, come noi), se sottoposti a elevate temperature come quelle che usiamo per friggere, arrostire, bollire, ecc., subiscono trasformazioni chimiche irreversibili. È stato calcolato - dall'ingegnere francese Andrè Simoneton - che le radiazioni emesse dal corpo di una persona sana si aggirano, in media, sui 6.500 Angstrom, mentre in condizioni di malattia o di cattiva alimentazione scendono sicuramente di sotto a tale livello.
Gli alimenti possono pertanto dividersi in tre principali categorie:
1. alimenti "morti" - cibi cotti o conservati, margarina, pasticceria industriale, alcool, liquori, zucchero - che hanno radiazioni nulle o pressoché assenti;
2. alimenti "inferiori" - carne, salumi, uova non fresche, latte bollito (quello "industriale" che beviamo oggi), caffè, tè, cioccolato, marmellate, formaggi, pane bianco - che hanno radiazioni inferiori a 3.000 Angstrom;
3. alimenti "superiori" o "sani" - frutta fresca, cruda e matura, e verdura cruda e fresca, che hanno radiazioni molto elevate, tra gli 8.000 e i 10.000 Angstrom.

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