venerdì 9 dicembre 2011

IL SALE, quello che fa bene

IL SALE DELLA VITA – informazione e disinformazione- nonché proposta di acquisto di gruppo al GAStello, di SALE e non il cloruro di sodio (NaCl) comune sale da cucina!
Il “sale” è così lontano dal bianco sintetico al quale ci hanno abituati, toccandolo di accorgi di quella consistenza umida e sabbiosa che non conosciamo più, annusandolo poi succede il resto….. riconosciamo il valore del Sale, quello integrale, dell’atlantico.
Chi è già  un po’ avvezzo alla consapevolezza alimentare saprà bene quello che vuol dire ma soprattutto perché sarebbe bene evitare il sale iodato.
Leggendo il libro “Il sale fa bene” di Sabine Eck (medico chirurgo, naturopata, omeopata) si comprende bene perché bisognerebbe evitare di portare in tavola quel famigerato” cilindretto di plastica” di cui parlavamo poc’anzi:
·         Il sale integrale è l’unico che merita l’appellativo di sale,  in quanto miscela di sali minerali, proveniente dal  mare. Composto per circa il 96% di cloruro di sodio, e per il restante 4% di oltre 80 oligoelementi (praticamente tutta la tabella di Mendelev, tranne gli elementi instabili o radioattivi, e compreso per esempio l’oro), estremamente importanti per la nostra salute. Purtroppo da trent’anni a questa parte quello che viene venduto come sale alimentare è cloruro di sodio (NaCl) puro, perfettamente in linea con l’ottusità di un certo tipo di scienziati; pare che ormai sia legge il fatto che se un prodotto della terra fa bene a qualcosa il merito è del “principio attivo” (ad esempio il betacarotene della carota o la vitamina C del limone).
Ammesso e assolutamente non concesso che fosse il principio attivo a far bene alla salute, e non la combinazione di acqua, minerali, vitamine, glucidi, fibre e proteine presenti nella carota  – è meglio andare in farmacia a comprare un flacone di betacarotene (condito con additivi vari), con quello che costa, o al mercato a comprare un mazzo di carote appena colte, che non solo hanno un buon sapore, ma ci si può pure giocare in cucina in mille modi diversi?
Fatto sta che a un certo punto qualcuno si è reso conto che il cloruro di sodio spacciato per sale non è proprio il massimo per la salute; ad esempio pare abbiano preso dei granchi di mare e li abbiano immersi in due soluzioni, una di acqua e sale integrale e l’altra di acqua e sale raffinato, e che i poveretti messi a dimora nell’acqua “raffinata” siano morti in 24 ore.
Così a qualcuno è venuta un’idea geniale: prendiamo il sale integrale, e, come facevamo prima, togliamogli tutti gli elementi che non siano cloruro di sodio, compreso lo iodio, così possiamo continuare a rivenderlo all’industria per produrre materie plastiche, e riciclare quello che resta per uso alimentare!; la differenza è che poi lo iodio ce lo rimettiamo, ma di sintesi, così il sale lo vendiamo maggiorato perché fa tanto bene alla tiroide. Poi magari ci mettiamo anche un anti-agglomerante, così viene bello asciutto. Cosa ne penserebbero i granchi di prima?
Pur non volendo considerare il fatto che l’apporto di iodio servirebbe (in teoria) per una tiroide ipofunzionante, mentre se come in tanti casi la tendenza è a iperfunzionare ci vorrebbe il suo antagonista, il bromo (a quando il sale bromato, anzi impoverito e poi ri-bromato?), c’è anche il particolare che, guarda caso, nel sale naturale lo iodio e il bromo ci sono entrambi, e il nostro organismo è perfettamente in grado di prendere l’uno o l’altro alla bisogna (che ne so, bromo dopo una litigata, iodio dopo un’influenza stancante) e di eliminare il resto attraverso le urine. In più nel sale vero ci sarebbe anche il cloruro di Magnesio (che tra l’altro è l’elemento che conferisce l’umidità al sale, essendo igroscopico), che ha un’azione favorevole sia nell’ipo che nell’ipertiroidismo.
Utilizzare quotidianamente piccole dosi di sale marino integrale *normale* ci dà quindi la possibilità di assumere microdosi salutari di ognuno di questi elementi, oltre agli altri.  Non so, ho la sensazione che per quanto riguarda l’alimentazione valgano le stesse regole della cucina (e di tutto il resto): la semplicità, rilassarsi e seguire il fiume; sopra tutto non cercare (in questo caso fingere) di migliorare ciò che è già perfetto.
Allora che ne pensate, facciamo un acquisto di gruppo? Dopo di ché iniziamo a sperimentare i tanti spunti, ricette e consigli uso del sale tratti dal libro della Sabine Eck?

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