sabato 6 luglio 2013

Educazione Naturale Parte 2


L'essere umano, come ogni sistema vivente, ha una raffinata capacità di autoregolazione riguardo al cibo. Nella società del consumismo petrolifero, il cibo è arrivato a livelli di artificialità elevatissimi, sia dal punto di vista della materia prima, sia dal punto di vista culturale.

Affinché il bambino mantenga (e magari l'adulto ri-acquisti..:) una buona autoregolazione, è necessario riconoscere alcuni aspetti generalmente trascurati della vita alimentare, aspetti che cercherò qui di spiegare brevemente.


1- Mantenere lo stop istintivo

Il condimento e la cottura, nella maggior parte dei casi non servono a migliorare la qualità nutrizionale dei cibi, ma hanno essenzialmente funzione voluttuaria. Con la cottura ed il condimento (e ancor peggio con “l'insaporimento” artificiale), si eccitano i sensi, si sovraccaricano di aspetti secondari per la vita corporea.
Fatto sta che esiste in noi una sensibilità istintiva che cerca semplicemente di soddisfare i bisogni cellulari, cioè di nutrirci nel modo più adatto, tramite la intrinseca intelligenza del nostro corpo.
Tale sensibilità può essere verificata personalmente limitandosi per una volta ad avere in tavola solo cibo crudo, senza condimenti: quindi generalmente frutta e verdura biologiche (ma andrebbe bene anche pesce fresco pescato o carne bio per chi gradisce). Se non vi sono disturbi grossolani (ad esempio altri cibi in vista o a portata di olfatto), l'istinto orienterà ciascuno alla scelta di ciò di cui ha più bisogno a livello cellulare, e il senso di sazietà arriverà a sua volta in modo istintivo, con una diminuzione della salivazione e la scomparsa del piacere nel proseguire: questa esperienza spontanea si chiama “stop istintivo”.
Questo tipo di piacere, il piacere istintivo, è indice di buona relazione col cibo, e ne comporta una assunzione minore anche della metà, mostrando quanto nomrlamente si mangi troppo e troppo pesante.

Nella pratica quotidiana, la sensibilità istintiva è generalmente annegata nel “rumore di fondo” costituito dagli aspetti emotivi del cibo: voluttuari, culturali, psicologici, ecc.
Sarebbe quindi molto utile re-imparare a distinguere il bisogno istintivo, rispetto ai bisogni dovuti a condizionamenti esterni ed abitudini. E proprio qui si riallaccia il discorso della educazione del bambino: il bambino ha un accesso più facile di noi all'istinto ed alla sua chiarezza.
Di più: diverse malattie e sfoghi della crescita possono proprio essere messe in relazione a scelte alimentari che vanno contro alla saggezza naturale dell'organismo.

Partendo quindi dal bambino piccolo, la linea ideale a cui fare riferimento è:
  • Allattamento il più prolungato possibile, compatibilmente con i bisogni della madre;
  • Svezzamento del tutto privo di cibi industriali, omogeneizzati, polveri, dolcificanti, insaporitori o coloranti, o altre cose che generalmente finiscono nei prodotti specifici per bambini;
  • Utilizzare solo cibi semplici, il più possibile vicini allo stato naturale;
  • Nel corso del pasto, partire dai cibi crudi e passare poi a quelli cotti;
  • Non insistere più di tanto, bensì introdurre i cibi mantenendo un'alta rotazione, e ripresentando successivamente (a distanza di giorni o settimane) quelli in precedenza non graditi.
In tal modo si lascerà il più possibile integra la sensibilità istintiva del bambino, sensibilità a cui nel corso della vita potrà fare appello più facilmente, poiché ha “le basi” di esperienza a cui tornare.


2- Gli aspetti emotivi del cibo

Il cibo è anche mediazione di aspetti relazionali. Per realizzare una educazione naturale, a nostro avviso è necessario che questi aspetti relazionali siano in generale iniziativa del bambino, e non delle figure di accudimento o della cultura dominante. Se crediamo che l'organismo si autoregoli, è necessario che abbiamo un grande rispetto del bambino, e che ascoltiamo ed osserviamo prima di agire. Alcuni spunti generali:

No al cibo forzato, vuol dire che non si finisce per forza quello che si ha nel piatto. E' più importante non ingozzarsi che finire un piatto. Scegliere quanto cibo si sta per mangiare, è una funzione raffinata, di tipo non istintivo, che non può essere acquisita da bambini piccoli. Far ingozzare un bambino -o ingozzarlo direttamente con il cucchiaio quando è più piccolo- corrisponde a una punzione, cioè a un atto di sadismo. Non è il bambino che ci deve semplificare la vita controllando razionalmente la quantità di cibo che consuma alla nostra tavola, ma siamo noi che dobbiamo semplificare la sua fornendogli cibo di qualità, libero dalle emozioni della famiglia e della pubblicità: consentirgli quindi di mangiare con semplicità, mantenendo l'ascolto di sé.

No cibo mitico vuol dire proprio tenersi lontani dai nomignoli e dai mitici slogan di certe merendine confezionate o caramelle colorate che possono essere viste sui media di massa, e informare anche i partenti e gli amici di queste scelte. L'evitare di mitizzare il cibo, è anche uno dei motivi per non usare affatto la TV, e in generale mantenere un atteggiamento critico verso le pubblicità che inevitabilmente si incontrano in compagnia del bambino. Non perdete occasione di spiegargli che cosa c'è dietro alla pubblicità. Tra le Un altro contesto pubblico da evitare
ritualità commerciali di sagre post-moderne che celebrano una finta abbondanza fatta di cibi dalla discutibile qualità, conditi con alcolici e musiche commerciali ad alto volume che picchiano rozzamente sul corpo, proprio durante il momento sacro della alimentazione. Molto meglio mitizzare la propria nonna, i contadini e gli artigiani che producono i cibi sani che ogni giorno dovrebbero essere gli unici sulle nostre tavole!

No cibo per far piacere
Capisco che qui c'è un grosso carico emotivo, ma tant'è: sentitene il peso. Sentite il peso e la leggerezza di lasciare che il cibo sia solo alimentazione e non dono, non rituale, non consolazione.
Sentite la leggerezza di lasciare la dipendenza emotiva, lasciate l'attaccamento a focolari accesi che hanno segnato il ritorno da una guerra, la consolazione dopo una violenza subita, la punizione di andare a letto senza cena, e con questi lasciate una società che faceva la guerra, che portava in sé la violenza, l'autoritarsimo. Se vi sentite soli, parlate con una mela, con una zucchina. Inventate questa storia per vostro figlio.

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