domenica 30 giugno 2013

Educazione Naturale Parte 1


Ciao a tutti, oggi parleremo di Educazione naturale. Cominciamo da un appunto sulla parola educazione: 

educazione deriva da Ex-Ducere cioè “portar fuori”, quindi sostenere l'espressione spontanea. Molto diverso il significato di In-Segnare: “lasciare un segno dentro”. Ambedue le cose sono necessarie per la crescita di un bambino (e anche per l'evoluzione di un adulto), ma notiamo come la prima sia generalmente più trascurata al giorno d'oggi.

Le indicazioni in questo articolo sono dettate dalla esperienza diretta e dalla cultura del counseling, che ho visto essere molto adatta al rapporto con i più piccoli.

Quello che andrò a descrivere sono un insieme di pratiche che rappresentano la modalità di vita integrata che siamo riusciti finora a portare avanti con una certa coerenza: ciò che racconterò, è quindi possibile.


La osservazione del bambino.

Riflettiamo: i bambini sono esseri come noi. E come noi, reagiscono e si adattano all'ambiente. Il bambino potrà in alcune occasioni contrastarvi o imitarvi, ma non parte dallo stesso punto nel gioco della vita: non sarà mai uguale a voi, né come voi lo immaginate. Il senso di una vita individuale è proprio quello di essere unici.

Per questo è importante non solo interagire col bambino, indirizzarlo, limitarlo, ma prima di tutto osservarlo ed ascoltarlo senza interventoIn questo modo potrete tenervi sintonizzati anche su che cosa lui ha di unico, forse qualcosa per voi inaspettato, forse un dettaglio incomprensibile. Solo accettando e mantenendo questa percezione di qualcosa che va oltre i vostri schemi, potrete veramente rispettarlo, e comunicare quelle che sono invece le vostre aspettative senza entrare per forza in contrasto.

Chi ha a che fare con bambini che non sono suoi figli, sarà facilitato in questo, perchè spesso i genitori cercano “se stessi” nei figli, e li vedono in modo molto filtrato da questo bisogno di confronto “arcaico”. Una osservazione più distaccata, può invece aiutarci a capire quali siano i bisogni del bambino, bisogni che forse non ci aspettiamo. Potremo così effettivamente e-ducarlo, cioè aiutarlo ad esprimersi: senza giudicare, prevenire, o commentare, ma cercando sinceramente di capirlo passo passo. Dedicare al bambino un simile tempo di accoglienza alla pari, gioverà fortemente al vostro rapporto!

Osservare e ascoltare il bambino, significa anche capire i suoi ritmi, non solo tra veglia, sonno e cibo, ma anche i ritmi di attivazione e riposo nelle attività quotidiane. Sarà quindi possibile prevedere attività che il bambino sia realmente in grado di compiere, in modo che non venga esaurito con conseguenti inevitabili gnole, o al contrario rimanga scalpitante a esaurire...la vostra pazienza!
Sarà inoltre possibile gestire gli aspetti relazionali: spesso basta giocare un po' con il bambino, perchè poi possa giocare in autonomia per diverso tempo. Se però viene negato il contatto relazionale ed affettivo, il bambino è più facilmente agitato e probabilmente a fine giornata vi avrà fatto perdere più tempo di quanto non ne avreste dovuto dedicare se aveste seguito -o quantomeno conosciuto e gestito- il suo ritmo.

Infine, osservare ed ascoltare il ritmo del bambino è determinante anche perchè ripetitività e prevedibilità sono importantissime per la serenità della sua vita quotidiana e della sua crescita. Su una base ripetitiva e quindi sicura, il bamibino sviluppa pian piano passi verso direzioni nuove e sconosciute, coltivando proprio quella unicità individuale tanto importante. Sta a voi genitori offrire le condizioni perche un ritmo sicuro si possa sviluppare. In realtà osservare ed ascoltare vi rende anche consapevoli del potere e della responsabilità che avete: i ritmi del bambino possono e devono essere da voi gestiti offrendo una struttura quotidiana, e solo conoscendoli potrete avere la maggiore soddisfazione per tutti.

Pochi schermi!”

Sareste d'accordo nel definire quantomeno “concitati” i ritmi di quasi tutte le trasmissioni che potete vedere su degli schermi? Telefilm, TG, cartoni, e anche telecroncache di partite...
I ritmi concitati, di per sé, nuocciono al bambino e favoriscono impazienza, iperattività, difficoltà di attenzione, ecc. La nostra pratica casalinga è non avere trasmissioni tv o radio commerciali normalmente accese, e fare un uso moderato di audiovideo scelti oculatamente. Così Dvd e Vhs (sì, buoni vecchi Vhs!) possono essere lasciati a disposizione del bambino. Un esempio di cartone con ritmo non concitato -e comunque che consigliamo anche per i contenuti- è la serie di film “Kirikù”. Un altro cartone molto consigliato -forse non proprio ai più piccoli- con ritmo medio, è "Momo alla ricerca del tempo".

Il ritmo concitato è l'aspetto più generale su cui mettere l'attenzione, perchè ha una valenza basata su toni di voce, salti d'immagine, che trascinano appunto la coscienza in attivazioni innaturali al di là del contenuto del filmato.
Detto questo, avvicinando un poco la nostra lente di ingrandimento possiamo cominciare a parlare di contenuti.
Da evitare sempre e comunque nella casa in cui ci sono bambini piccoli: orrore, violenza realistica, minacce, scene di paura. 
Pensando anche a bambini più grandi, attenti ai valori che i film e i cartoni portano. Da evitare quegli audiovideo che lasciano in primo piano aspetti di militarismo, competizione estrema o lotta continua, inquietudine o insoddisfazione costante, cinismo, seduzione emotiva (es spot pubblicitari). Sì: sono da eliminare quasi tutte le trasmissioni presenti sulle tv commerciali!

Come dicevo per la nostra esperienza, tanto meglio non avere antenna o abbonamenti e affidarsi solo a cose registrate. E anche in quel caso, attenti all'età: quella indicata sulla confezione del film è da rispettare, anzi delle due bisogna valutare se essere anche PIU' restrittivi.

Valori positivi: un audiovideo deve parlare almeno un poco al cuore (spero che questa espressione vi risulti abbastanza chiara :-). Valori che si possono ricercare sono collaborazione, condivisione, ascolto emotivo, rispetto dell'avversario e della diversità, fiducia in se stessi. Spesso i cartoni sono un misto di queste caratteristiche, per cui è necessario guardarli ogni tanto insieme ai bambini, e offrire le proprie interpretazioni che “correggano” quelle implicite o esplicite nella storia.

Ribadiamo ancora la prima regola: no ritmi concitati. Difficilmente un film o un cartone con un ritmo lento o medio, porta in primo piano valori negativi.
Vi sono molti film classici -di qualunque epoca della storia del cinema- che possono essere proposti ai bimbi e aggiungono in più il calore della interpretazione degli attori, che un tempo era molto più ricca, e da cui un bambino sereno può senz'altro trarre un ottimo nutrimento espressivo.

...come schermo, non esiste solo la TV.
La nostra esperienza porta a consigliare -con brevi eccezioni- la seguente affermazione: no smartphones, no tablet, no cellulari, no touchscreen. Solo un poco di computer, con supervisione.

Diversamente da come potrebbe dire il nonnino decadente che ha appena letto l'ultimo articolo subdolamente pubblicitario sul giornale locale, o il vostro collega che ha letto l'ultimo articolo subdolamente pubblcitario sulla rivista patinata di scienza e tecnologia: noi non siamo una società ormai traslocata nella calda cuccia del digitale che facilita la vita, e i nostri figli non la useranno più di noi.
La tecnologia digitale non facilita la vita, facilita solo certe funzioni, adombrandone invece altre. 
Il digitale inoltre crea il suo stesso bisogno, con mondi virtuali sempre più realistici che si candidano a informare il nostro tempo e le nostre modalità di relazione, financo i nostri ritmi quotidiani, e financo i nostri ritmi corporei.

Il ritornello espresso da più parti, è che i giochi elettronici favoriscono lo sviluppo dell'intelligenza logica e dei riflessi, mentre creano problemi emotivi e relazionali. E' vero.
E vi sia chiaro anche che: un bimbo fino ai 9-10 anni non può gestire con profitto un allenamento intensivo sulla intelligenza logico-razionale, né ha alcun bisogno di allenare ossessivamente i riflessi delle dita delle mani. È solo a quell'età che l'intelligenza logica può stare in primo piano, e che quindi può giovare un ausilio mirato al suo sviluppo. Per quanto riguarda i riflessi invece, è comunque sempre molto meglio lo sport...volete un'idea? Il Ping-pong!

Detto questo, valutando i vari tipi di device digitali e le varie età di sviluppo, ci sono alcune cose che sconsiglio totalmente, e altre che ritengo possibile sperimentare in modo limitato.

Fino a 3-4 anni: Nessun device elettronico. Sconsiglio anche i giochi di plastica con voci, suoni e luci in colori sgargianti, che vengono proposti fin dalla più tenera età (a volte addirittura nelle farmacie!). Anch'essi sono troppo concitati e confusivi per i bambini: sulle prime lo possono sorprendere e distrarre, ma in breve tempo lo stancano e lo rendono nervoso. La soluzione è invece offrire giochi semplici, giochi di legno, senza pile, oppure se proprio volete giochi di plastica o elettronici, scegliete giochi usati e retrò: anni '70, '80 o '90. La parola d'ordine è creatività, la sua e la vostra!
A proposito di creatività, quando giocate con un bimbo fino ai 4 anni, sappiate che lui non può rispettare delle regole, perchè il suo cervello è per la maggior parte emotivo, non ha proprio la capacità di tenere presenti regole in modo continuo. Sia nei giochi che nelle attività quotidiane, ricordate che è necessario gestirlo con limiti esterni (stanze in cui non può entrare, cose che non può raggiungere) e partecipazione emotiva: pazienza.

5-7 anni: Il bambino sarebbe in grado di sperimentare qualunque device elettronico, ma non di gestirlo, e comunque ne è molto incuriosito.
Qui è assolutamente da evitare che il contatto con device elettronici diventi un'abitudine, soprattuto se si tratta di touchscreen o di giochi concitati e/o che trasmettano cinismo o valori negativi.
Il bambino non deve entrare in interfaccia con le modalità automatiche (cioè "da automa"), non deve regolarsi e sintonizzarsi sulle risposte istantanee e colorate della macchina digitale, tantomeno se essa ha un touchscreen che rende tutto ciò ancora più immediato. Questa pratica porta a una dipendenza molto rapida con graduale peggioramento di umore e perdita di interesse per le sfumature e le relazioni del mondo reale, nel quale non è possibile distinguere le risposte rapide e chiare tipiche dei sistemi digitali.

Per tutto ciò che consentite al vostro bambino, valgono le stesse considerazioni sul ritmo e sul contenuto già espresse per gli audiovideo. Sappiate però che se si possono trovare film e cartoni a ritmo basso e medio, invece non esistono console da videogiochi che offrano giochi non-concitati, e quindi il mio consiglio per l'uso di digitale interattivo è che rimanga del tutto marginale nell'esperienza del bambino di questa età. Insomma, non prendetegli console né fisse né portatili.
Potete al limite fargli utilizzare dei programmi educativi o mostrargli video o cartoni su computer fisso, mantenendo quindi queste attività mediate da voi.

dagli 8 anni in su: Il bambino ha imparato a leggere e scrivere correntemente e potrebbe acquisire autnomamante capacità nella gestione di computer e simili. Ha inoltre acquisito una capacità di azione, gestione emotiva e relazione di base che non viene più completamente “travolta” dalla interfaccia con la macchina digitale. Potrebbe quindi giocarci una media di mezz'ora – un ora al giorno.
E' possibile -e anche educativamente utile- soddisfare la curiosità del bambino consentendogli di sperimentare la ricerca su internet. Naturalmente dovrete essere sempre nei paraggi.
Da evitare che si instauri la abitudine alla chat (skype, ecc), sia per motivi di sicurezza, sia perchè anche in questo caso vi è la creazione di un mondo irreale e la conseguente insoddisfazione verso quello reale. Va invece in-seganto che: le persone si vedono di persona! Se sono a centinaia di km di distanza, può capitare che ci si senta via telefono o chat. Altrimenti, telefono e chat servono solo a mettersi d'accordo per vedersi.
A mio avviso, meglio continuare ad evitare l'aqusto di console di videogichi. Le console portatili sono ancora peggio di quelle fisse, perchè essendo piccole e trasportabili ovunque, rendono il mondo virtuale ancora più insidioso nella sua costante disponibilità come “alternativa” a quello reale.

Cellulari:
Pensando anche a bimbi più grandi e ragazzini, non credo che una linea personale sia benefica o utile prima dei 14 anni; piuttosto che mandare sms o chattare sui social network, è molto più utile che il ragazzo o la ragazza abbiano sviluppato la capacità di relazionarsi con i passanti e gli sconosciuti, in modo da poter gestire quelle poche situazioni in cui un cellulare sarebbe loro utile per chiamare casa, o sapersi orientare per tornarci senza l'uso di un GPS...!
E' anche bene che i primi rapporti di amicizia indipendenti da mamma e papà, non siano impostati sulla inconsistenza che la rapidità del cellulare consente. E' bene che se alle 13 Giovanni e Arianna si accordano per trovarsi in piazza alle 15, non vi siano tante alternative a recarvisi di persona come detto, e che i contrattempi vengano valutati prima, e non lasciati al caso perchè tanto è possibile in ogni momento spiegarsi e modificare gli accordi tramite un semplice sms.

Anche per noi adulti, non è buona abitudine avere un oggetto che diventa parte di noi e ci offre funzioni che in breve ci rendono dipendenti, o che comunque non possiamo ignorare. Il cellulare andrebbe usato solo per lavoro, e per il resto acceso solo in certe fascie orarie, per gestire ciò che nel frattempo è arrivato. Altro che futuro digitale, tra qualche anno vedremo questo periodo come la bolla della cyber-mania di una decadente società dei consumi...e così, dopo essere passati per l'inferno digitale, come Dante potremo scrivere a mano su un bigliettino: “E uscimmo fuori a riveder le stelle!”

Articolo di Marcello Peri

Nessun commento:

Posta un commento

Puoi lasciare un tuo gradito commento :)